mercoledì 13 marzo 2013

Whatsapp e le domande del garante

Whatsapp logo
"Secondo il garante della privacy la sicurezza degli utenti Italiani non è garantita secondo i nostri canoni"

Non bastavano le accuse di violazione della privacy ricevute dalle autorità canadesi e olandesi. Ora WhatsApp se la deve vedere anche con il Garante per la Privacy italiano, che intende fare chiarezza sulla piattaforma di instant messaging più famosa del mondo. 

Nella sua pagina ufficiale, l'authority italiana scrive di aver chiesto ai vertici di WhatsApp di " comunicare ogni informazione utile per valutare il rispetto della privacy degli utenti italiani”. Sempre nel sito, si possono leggere le perplessità che hanno portato il Garante a voler fare chiarezza. Innanzittutto gli utenti devono consentire a WhatsApp l'accesso ai propri dati, fra cui la rubrica dello smartphone o del tablet. Ma nella rubrica si trovano anche i dati di chi non ha l'applicazione, e che quindi WhatsApp non ha nessun diritto di acquisire.

Il Garante ha quindi chiesto alla società 

"quali tipi di dati personali degli utenti vengono raccolti e usati al momento dell'iscrizione e nel corso dell'erogazione dei servizi di messaggistica e condivisione file; come vengono conservati e protetti questi dati; le misure adottate (es. cifratura, generazione di credenziali etc.) per limitare il rischio di accesso da parte di soggetti diversi dagli interessati e, in particolare, se siano stati previsti sistemi contro gli attacchi tipo "man in the middle", volti ad acquisire illecitamente il contenuto dei messaggi scambiati mediante l'applicazione."

Inoltre: per quanto tempo i dati degli utenti vengono conservati?

Staremo a vedere quali saranno le risposte della società californiana.


wired.it

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